Tre giorni di confronto per raccontare la Scuola

Nelle giornate del 15,16 e 17 ottobre La Federazione italiana CEMEA ha riunito le Cooperative Partner del progetto Scuola al Plurale all’interno della scuola primaria di Vobarno per tre giorni di laboratori, riflessione e confronto.

La prima giornata si è aperta con una proposta di CEMEA a educatori e insegnanti, per farli immergere immediatamente nella tipologia di attività che avrebbero sperimentato, il giorno seguente, gli alunni e le alunne delle classi quinte: da alcune piccole scatole contenenti oggetti evocativi si sono snodate storie di vita, immaginate e raccontate al gruppo di lavoro. Dopo la sperimentazione, educatori e insegnanti hanno partecipato attivamente alla programmazione delle 4 ore di laboratorio in classe. Nelle due mattinate del 16 e 17 ottobre, i referenti di CEMEA, insieme agli educatori delle Cooperative partner, si sono divisi nelle tre sezioni quinte.

Le attività proposte avevano come obiettivo quello di raccontare la scuola attraverso il punto di vista dei bambini e attraverso diverse modalità di comunicazione. Ed ecco che la scuola è diventata un teatro mignon, un quadro di ombre, un messaggio in bottiglia, una scatola preziosa… attraverso uno stile di comunicazione poetico ed evocativo.

CEMEA, come racconta Gianfranco Staccioli in Ludobiografia, raccontare e raccontarsi con il gioco, fa il suo primo incontro con il Teatro Mignon nel 2009 presso l’Università degli Studi di Firenze, quando le parole “teatro” e “scuola”, vengono coniugate in una maniera diversa in quella forma di spettacolo che è stato chiamato “Teatro Mignon”. Anche qui ci sono attori, spettatori, c’è una narrazione, ci sono delle scenografie. Ma tutto diventa “Mignon”, piccolo, ridotto agli elementi essenziali. Una riduzione delle componenti classiche del teatro che non trasformano la natura della comunicazione teatrale, anzi la esaltano.

Gli educatori e le educatrici hanno condotto le classi nell’esperienza laboratoriale tenendo a mente la metafora del sasso di Gianni Rodari, permettendo quindi ai bambini di sperimentare a fondo la propria immaginazione, senza suggerire loro le risposte che darebbe un adulto.

Una volta terminato il laboratorio in classe, CEMEA ha lasciato spazio di confronto a educatori e insegnanti per riflettere su cosa fosse avvenuto in classe, su come arricchire la scuola di nuovi modi di narrare, di fare lezione e di affrontare le sfide educative; usando come parole chiave le emozioni, le idee, la rottura degli schemi e la sperimentazione.

Articolo a cura di Sofia Silvestrini, educatrice di Area Società Cooperativa Sociale ETS .

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